lunedì
28 novembre 2011 | ore 18.00
ANCE
via Guattani 16, Sala Colleoni, Roma - ingresso libero
"L'aumento
continuo del calore dell'atmosfera aveva incominciato a sciogliere le
calotte polari. Le distese di ghiaccio dell'Antartico si erano
dapprima spezzate e quindi disciolte; (...) Il Mediterraneo si era
contratto in un sistema di laghi interni, le Isole Britanniche si
erano ricongiunte alla Francia settentrionale. Negli Stati Uniti, il
Middle West, colmato dal Mississippi che erodeva le Montagne
Rocciose, si era trasformato in un enorme golfo che si affacciava
sulla Baia di Hudson, mentre il Mar dei Caraibi si era trasformato in
un deserto di sale. L'Europa era diventata un insieme di gigantesche
lagune intorno alle principali città di pianura, inondate dai
detriti trascinati verso sud dai fiumi in continua espansione".
(James Graham Ballard, Il mondo sommerso, 1962).
Nel
2050 il corpo umano e le alghe si rivelano l'ultima risorsa
inesplorata e, come campi di energia, definiscono l'unità minima
dell'architettura attraverso un nuovo innesto di artificio e natura.
L'architettura genera un'interferenza continua tra questi due mondi:
quello complesso ed evoluto dell'uomo, quello semplice e primordiale
delle alghe. Sole e fotosintesi, cibo e metabolismo incrociano le
loro linee delineando nuove frontiere.
La
pelle degli edifici ospita nel suo spazio interno il ciclo di vita di
una colonia di alghe che è alimentata e tenuta in vita dagli stessi
abitanti...